In questo periodo, e dopo tanto tempo, ho ripreso la reflex e gambe in spalla ho intrapreso una delle mie zingarate fotografiche.
Carico di curiosità, quella voglia di descrivere con immagini, con il generalista in baionetta sono venute le catture fotografiche.
Un portfolio di luce, vita…non più affollata, di ricordi e ritorni di presenze per altro mai dimenticate.
colore, mimica, sagacia e satira nei graffi deposti su murature che nelle crepe sono esse stesse uno dei “segni” della nostra vita.
Appunto, la vita, ma essa stessa può essere la sua negazione, la stessa che ritrovo, non nascosta, prima della giudecca vecchia e dopo la forcella, toponimo del luogo.
Un murale, il prezzo dell’onore per e di Sergio Romeo, il lumpen di Forcella, protagonista delle autoriduzioni e degli assalti ai forni al tempo del colera. Fondatore dei Nap, ammazzato a Firenze dopo un “salto del bancone”, in un conflitto a fuoco dal sapore amaro dell’esecuzione a freddo.
…ed in mente le parole di Berthold Brecht:
“Chi non conosce la differenza tra una rapina e la fondazione di una banca?”
Quel luogo, quel muro, quel “graffio” non coperto dal volto di un santo anche se ritratto con i lineamenti di un proletario, così come è accaduto per la scritta, che ne sancì la nascita, delle “Pantere rosse” nella piazza guardata dall’antico ufficio di collocamento al lavoro giustamente dato alle fiamme in quella stagione di lotta e fame.
aeq