Alice:
“Per quanto tempo è per sempre?
Bianconiglio: A volte, solo un secondo” (Lewis Carroll)”
Alice in Wonderland pone fra le sue tematiche fondamentali quella della relatività del tempo e della relatività in generale. Cosa è giusto e cosa sbagliato? Quale sentiero ci riporta a casa e quale alla regina di cuori? Cosa è grande e cosa piccolo? Cosa reale e cosa immaginario? Ecco che nel mondo onirico di Alice si svelano tante realtà, paradossali, folli o contrarie al nostro sentire comune, come festeggiare un non compleanno per 364 giorni all’anno.
La questione del tempo qui sollevata è stata trattata da secoli e secoli da grandi filosofi e massimi sistemi. Mi piace molto pensare che gli orologi cui noi umani nella smania di controllare ciò che facciamo e che gli altri fanno, di esser puntuali e mai in ritardo, ossessionati esattamente come il Bianconiglio, non servano a nulla. Il tempo della gioia e del dolore non viene mai misurato da nessun orologio, nessuno di essi ha questo potere. Un minuto può sembrare lungo un’ora quando si è molto felici, così come quando si è molto tristi. Ecco perchè il piccolo principe doveva guardare tanti tramonti in un giorno solo quando era molto triste. Il tempo fisico per lui non contava ed un tramonto doveva durare quanto la sua tristezza.
Così ciascuno di noi ripenserà a un giorno, una serata, un’ora come fossero eterne, come fossero durate una vita. Questo capita quando si è molto felici, non ci si rende conto di quanto breve sia stata e la si prolunga all’infinito. Quando si è molto tristi invece che accorciare il tempo della malinconia noi stessi lo allunghiamo pur sapendo di soffrire. Forse perchè capiamo che siamo davvero vivi, che esistiamo davvero in eterno solo quando proviamo gioia o dolore immensi. Quelli sono gli istanti di eternità della nostra vita.
Il Carnevale a Capua.
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